Negli ultimi anni, il mondo del Retail ha affrontato grandi stravolgimenti in pochissimo tempo. Se prima della pandemia si parlava di Omnicanalità, a partire dal 2020 il rapporto del Retail con il digitale ha subito una sensibile accelerazione.
Al “boom degli e-commerce”, creato dalla necessità dei consumatori di fare acquisti senza spostarsi, è seguito un parziale ritorno dei clienti nei negozi fisici. L’abitudine e la praticità dello shopping online hanno fatto crescere nel 2021 modelli di acquisto ibridi, come il Click & Collect.
Nel 2022 il phygital è diventato l’obiettivo primario dei retailer, impegnati a creare un’esperienza d’acquisto fluida tra online e offline. Per un po’ si è parlato di Metaverso, ma la novità è stata accantonata per lasciare spazio all’Intelligenza Artificiale, protagonista indiscussa dei Retail Trend 2023.
Nel Report Il nuovo Retail Digital & Green, siamo scesi nel dettaglio di tutte queste tematiche e abbiamo analizzato diversi aspetti – economici, normativi, culturali – per comprendere meglio i cambiamenti in atto e i Retail Trend 2023.
Indice dei contenuti
Retail Trend 2023
Trasformazione Digitale, Intelligenza Artificiale, Sostenibilità: sono i tre Retail Trend su cui ci siamo concentrati per comprendere meglio l’evoluzione attuale del settore Retail.
TRASFORMAZIONE DIGITALE
La Digital Transformation ha fornito nuovi strumenti con cui aumentare automazione, velocità e sostenibilità di molti processi all’interno del Retail, dalla produzione alla distribuzione alla promozione e vendita dei prodotti.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Un nuovo strumento che sta rivoluzionando tanti settori, non solo il mercato Retail. L’AI sta offrendo opportunità impensabili fino a poco tempo fa, dalla progettazione di prodotti dal design unico, all’applicazione delle tecniche di machine learning per conquistare i clienti.
SOSTENIBILITÀ
Le tematiche di Sostenibilità ambientale e sociale sono uscite dalla sfera buonista e superficiale, per entrare tra le priorità delle agende dei retailer. Fondamentale è non cadere nelle dinamiche del “green washing”, ma adottare delle vere soluzioni in grado di garantire un futuro più sostenibile al Retail… e non solo.
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Retail e Trasformazione Digitale
La maggior parte delle aziende italiane si trova ancora a uno step poco maturo del processo di digitalizzazione. Un sondaggio di Sinesy svolto a gennaio 2023 su un totale di circa 130 professionisti in ambito Retail ha indagato la propensione dei retailer italiani per la Trasformazione Digitale.
Ai retailer coinvolti sono state poste domande per sondare il loro status attuale di digitalizzazione. Tra i dati emersi, quelli relativi alle vendite nei canali online sono particolarmente interessanti.
Nonostante il boom degli e-commerce del 2020/21, ancora non tutti i retailer sono convinti che il futuro del proprio business sia il web e preferiscono continuare con la modalità più tradizionale della vendita in negozio.
Il 94,9% dei Retailer che già utilizza i canali online per vendere al pubblico si appoggia a una piattaforma e-commerce, mentre la percentuale delle aziende presenti sui marketplace scende al 47,5%.
Tra le piattaforme marketplace, Amazon è quella più utilizzata, pur generando una soddisfazione abbastanza tiepida da parte dei retailer che la utilizzano. Al contrario di Farfetch, che trova buone valutazioni per il volume di vendite generate, mentre Ebay precipita nella considerazione dei retailer.
Oltre ad essere presenti sul web, i Retailer possono agire su tanti altri aspetti per aumentare il proprio livello di digitalizzazione. Eccone alcuni:
- Automazione e logistica: sistemi gestionali e AI possono aumentare l’efficienza delle operazioni logistiche e la loro sostenibilità.
- Raccolta e analisi dei dati: usare strumenti digitali di analisi dei dati per ottenere informazioni con cui guidare le decisioni di business.
- Vendita online e mobile-first: sfruttare i canali di vendita online e le potenzialità delle app, anche per diffondere il brand.
- Strategie di Marketing omnicanale: ricorrere al marketing digitale per raggiungere target sempre più specifici e facili da conquistare.
- Customer Experience: creare esperienze di acquisto personalizzate, con consigli e offerte dedicate, per fidelizzare i clienti.
Dalla ristrutturazione dei processi aziendali interni alla velocizzazione delle operazioni in negozio, senza dimenticare la relazione con i clienti: la Trasformazione Digitale è un Retail Trend per il presente e anche per il futuro.
Intelligenza Artificiale e analisi predittive per il Retail
Il 2023 è diventato a pieno titolo “l’anno dell’AI”.
Gli strumenti legati all’Intelligenza Artificiale si stanno moltiplicando, espandendo le loro potenzialità di utilizzo in tutti i settori e creando nuovi modelli di business. Anche il mondo del Retail sta venendo coinvolto da questa trasformazione.
Lungo tutta la supply chain, dalla progettazione e produzione del prodotto, fino alla vendita al dettaglio e all’attenzione al cliente, l’Intelligenza Artificiale può intervenire in diversi passaggi:
- previsione della domanda e gestione delle scorte;
- tracciabilità dei prodotti e sostenibilità;
- automazione dei processi;
- ottimizzazione dei trasporti;
- personalizzazione dell’offerta al cliente.
Le capacità previsionali dell’Intelligenza Artificiale e delle tecniche di machine learning aprono al Retail nuove opportunità, specie se applicate alla conoscenza dei propri clienti.
Generare previsioni realistiche, fondate sulla raccolta di dati certi, consente ai retailer di pianificare azioni che permettono di fidelizzare ancora di più i clienti. Ad esempio:
• CHURN PREDICTION. Basandosi sui dati di acquisto e sul calcolo del “churn rate” (tasso di abbandono della clientela), la Churn Prediction sfrutta Intelligenza Artificiale e machine learning per fornire ai retailer una previsione su quali clienti potrebbero smettere in futuro di essere attivi. Il retailer può così procedere a pianificare azioni di marketing strategiche, mirate a contattare i clienti a rischio e spingerli all’interazione attiva con il brand.
• ANALISI RFM. Analizzando il tempo passato dall’ultimo acquisto fatto dal cliente (Recency), la frequenza di acquisto abituale (Frequency) e il valore degli acquisti effettuati in un dato intervallo di tempo (Monetary), l’Analisi RFM permette di suddividere il bacino dei clienti in gruppi (o cluster) omogenei per caratteristiche di acquisto. E, di conseguenza, creare offerte e promozioni personalizzate per i diversi gruppi, generando interesse e aumentando l’engagement dei clienti meno coinvolti.
• CUSTOMER LIFETIME VALUE. Basandosi sui dati relativi ai comportamenti di acquisto in suo possesso, l’AI può stimare quanto un singolo cliente spenderà nel corso del tempo all’interno del circuito di un brand. Una valutazione di questo tipo consente di individuare quali clienti sono e saranno preziosi, per concentrare su di loro le strategie di fidelizzazione.
Tutto questo è possibile solo adottando un Software Gestionale per il Retail che centralizza i molteplici dati su vendite e clienti, provenienti dai diversi canali di interazione (fisici e digitali), e sui quali l’Intelligenza Artificiale può basarsi.
Spunti per un Fashion Retail più sostenibile
La preoccupazione per i cambiamenti climatici e il degrado ambientale è alla base del Green Deal europeo che prevede, tra gli altri, anche un piano d’azione per l’Economia circolare, volto a cambiare il modo in cui produciamo e consumiamo.
Per fare questo, devono cambiare i modelli di business, con l’introduzione di nuovi modi di progettare e produrre. L’obiettivo è quello di garantire l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti e, più in generale, il fare in modo che le risorse utilizzate siano mantenute il più a lungo possibile nell’economia dell’UE.
Come possono le aziende Retail e, in particolare, quelle del settore Fashion, adeguarsi a questo necessario cambiamento? Alcuni spunti:
- Riparazione degli articoli. Con il suo programma “Worn Wear”, il noto brand Patagonia incentiva i propri clienti non solo a restituire i capi dismessi, per donare loro una seconda vita, ma anche a portare indumenti e attrezzature danneggiate presso le strutture apposite del brand per ottenerne la riparazione gratuita.
- Noleggio dei capi. Il fashion renting sta prendendo piede soprattutto per l’abbigliamento da cerimonia, le firme di haute couture e gli abiti sartoriali. Capi usati spesso in un’unica occasione hanno così la garanzia di un lungo ciclo di vita. [Cerchi degli spunti in merito? Leggi questo articolo di Vogue Italia!]
- Second hand. Il rendere appetibile una nuova abitudine passa anche dal nome. Per questo si parla oggi di pre-owned o pre-loved fashion, un fenomeno che sta coinvolgendo su larghissima scala non solo i privati (basti pensare alla ormai celebre app Vinted), ma anche grandi brand (il programma Resell di Zara, ad esempio).
- Upcycling. Non chiamatelo “riciclo”: l’upcycling è molto di più. Soprattutto se a farlo sono designer di fama mondiale, che partono da capi o tessuti dismessi per progettare nuove creazioni. La vera parola d’ordine è “trasformare”, vedendo in un materiale il suo potenziale non ancora espresso. Progettare capi in ottica circolare significa partire dall’utilizzo di materiali monofibra, più facilmente recuperabili, e riutilizzabili per produrre altri prodotti. Un esempio è Rifò Lab, il progetto 100% Made in Italy che basa sul ritiro di capi dismessi la sua produzione di abbigliamento in lana e cachemire rigenerati.
Secondo una previsione della Ellen MacArthur Foundation (EMF), entro il 2030 quello della moda circolare diventerà un business da 700 miliardi di dollari. Forse è davvero arrivato il momento per l’industria fashion di iniziare la propria evoluzione.
Se vuoi approfondire il tema dello sviluppo sostenibile, leggi l’articolo Raggiungere gli obiettivi di Sostenibilità con la Digital Transformation, in cui abbiamo intervistato Fabrizio Zucca, presidente e fondatore della società di consulenza SSC, specializzata in tematiche ESG.
Quali scenari Retail per il futuro?
Non è facile prevedere con certezza degli scenari per il futuro del settore Retail. Siamo appena all’inizio della rivoluzione che l’Intelligenza Artificiale porterà nei mondi aziendali e nella società. E l’esigenza di una rivoluzione in chiave sostenibile non può più essere rimandata.
A seconda dell’obiettivo primario da perseguire, le aziende potranno costruire il proprio Business Model, incentrandolo su:
1) Trasformazione Digitale. Molte aziende devono ancora effettuare il passaggio dal fisico al digitale dei propri processi interni. Per raggiungere un buon livello di digitalizzazione è necessario anzitutto adottare sistemi informativi in grado di gestire la mole di dati che ruota attorno a un’attività Retail.
Questo porta innumerevoli vantaggi, come la visione condivisa dello stock delle rete Retail, la velocizzazione delle operazioni di magazzino (ordini, carico/scarico merce, inventario) e la gestione delle relazioni con la clientela.
2) Intelligenza Artificiale. Partendo da un livello già avanzato di digitalizzazione, è possibile inserire in azienda tecnologie all’avanguardia come l’AI. In questo modo si può spingere ulteriormente l’automazione e l’efficientamento del proprio business, coinvolgendo la produzione, la logistica e le dinamiche di interazione con i clienti.
3) Sostenibilità. Uno scenario dominato dalla necessità di modificare il proprio business model secondo la chiave della sostenibilità, soprattutto per esigenze di adeguamento alle nuove normative UE, implica necessariamente un cambio della filosofia aziendale. È senz’altro necessario assicurarsi che le modalità di produzione dei prodotti siano certificabili, sia dal punto di vista di rispetto ambientale sia da quello del rispetto dei diritti dei lavoratori.
Per approfondire tutti gli argomenti trattati in questo articolo, scarica il Report gratuito Il nuovo Retail Digital & Green. E contattaci per parlare con un nostro esperto Retail e discutere insieme del futuro del settore.