Penso alla sanità odierna, quella che oggi è schiacciata dall’emergenza e, malgrado tutto, non posso che essere positiva riguardo al futuro. Perché proprio quest’emergenza che stiamo vivendo come una profonda crisi sanitaria e non solo, sarà il trampolino di lancio per una rivoluzione digitale in sanità
Se finora abbiamo assistito solo a dei timidi segnali di cambiamento senza però un effettivo cambio di approccio verso una convinta adesione alle nuove tecnologie digitali, oggi (proprio grazie al Coronavirus) quest’inerzia del settore sanitario inizia a traballare. Perché, ahimé solo in piena emergenza, ci si è resi finalmente conto della reale importanza/potenzialità della trasformazione digitale e delle nuove tecnologie anche e soprattutto in quest’ambito.
“La tecnologia non è uno strumento esterno a noi homo sapiens, qualcosa che possiamo adottare o rifiutare a nostro piacere, la tecnologia è dentro di noi, è il driver della nostra umanità, è creatrice, fondatrice…
In un bellissimo romanzo degli anni Sessanta, Il più grande uomo scimmia del pleistocene, Roy Lewis dice che noi Homo sapiens siamo esseri disobbedienti…perché adottando la tecnologia (il fuoco, la selce, l’agricoltura, la forchetta, il vapore, la bicicletta, l’elettricità, internet, ecc) abbiamo preso una strada che ci allontana dalla natura, imboccando quella della cultura…” Massimo Temporelli, Presidente e co-founder di The FabLab, fisico, antropologo, scrittore, imprenditore, divulgatore, speaker.
Indice dei contenuti
- Limiti e criticità dell’attuale sistema sanitario
- Soluzioni di Sanità Digitale messe in campo per fronteggiare il Coronavirus
- Le altre grandi innovazioni tecnologiche dal mondo per sconfiggere il Coronavirus
- Quale sarà lo scenario futuro? Uno sguardo alla sanità digitale post covid-19
- Einstein e il suo pensiero positivo, per un futuro ricco di novità
Limiti e criticità dell’attuale sistema sanitario
I limiti del modello sanitario tradizionale sono palesi e messi a nudo dagli enormi sforzi degli operatori e dai loro incredibili atti di eroismo.
Il fatto è che negli ultimi dieci anni il modello assistenziale tradizionale non ha solo avuto un deficit manutentivo, ma è mancata anche e soprattutto una transizione a un modello di sanità digitale, che innegabilmente oggi ci sarebbe stata d’aiuto nel fronteggiare il diffondersi del Virus.
Ciò avrebbe permesso di introdurre nuovi strumenti e nuove procedure per assicurare le prestazioni richieste: dal processo di presa in carico del paziente, ai nuovi modelli di prevenzione data based, dalla cura fino al post-ricovero. Il tutto attraverso strumenti come i sistemi di prenotazione e pagamento online delle prestazioni sanitarie, la dematerializzazione delle cartelle cliniche con la cartella clinica elettronica e il fascicolo sanitario elettronico, l’utilizzo della telemedicina, l’uso di App e wearable technology, la diffusione di soluzioni di intelligenza artificiale e di machine learning.
Linee guida OMS del 2019 dove si raccomanda l’uso della sanità digitale nei seguenti ambiti:
- come supporto al Decision Making degli operatori sanitari
- per consolidare i servizi di telemedicina e assicurare una diversa presa in carico dei pazienti orientata al Mobile First
- per garantire la tracciabilità digitale dello stato di salute e dei servizi al cliente (Digital Tracking);
- per rendere più fluide le comunicazioni con i pazienti;
- per promuovere la formazione degli operatori sanitari attraverso il Mobile Learning.
Dopo l’emergenza nel nostro Paese non potrà mancare quindi una chiara rivoluzione digitale in sanità e una regia nazionale per la costruzione di un modello predittivo, partecipativo, personalizzato e preventivo.
È evidente che molte delle soluzioni messe in campo per gestire l’emergenza facciano perno proprio sulle tecnologie digitali e sulle sue potenzialità. Infatti, grazie all’infrastruttura tecnologica di base e agli strumenti specifici di sanità digitale (dispositivi medici digitali, app validate scientificamente) è stato possibile attuare, per esempio:
- nuove modalità di accesso, cura e monitoraggio di quei cittadini/pazienti con patologie non urgenti ma che richiedono una cura costante come i diabetici e pazienti oncologici;
- alleggerire il carico di lavoro di professionisti sanitari e di figure amministrative;
- riorganizzare il contributo dipendenti in logica “smart”.
Quali sono, dunque, in concreto quest’esperienze digitali adottate per far fronte all’emergenza e che possono essere implementate e ottimizzate per attivare questa tanto attesa rivoluzione digitale in sanità?
1. Visite in Teleconferenza
Ha il grosso vantaggio di prevenire tutte quelle situazioni di contagio, garantendo la continuità di un servizio pubblico essenziale.
Vantaggi:
- evita l’affollamento delle sale di attesa;
- riduce le situazioni di contagio tra i cittadini/pazienti;
- espone a minor rischio i professionisti e gli operatori sanitari;
- riduce al minimo gli spostamenti, gestendo tutte quelle situazioni cliniche più lievi o di controllo routinario che non richiedano interventi urgenti;
- supporta il medico curante a monitorare le persone in quarantena o in isolamento fiduciario.
2. App e dispositivi digitali per la comunicazione medico-paziente e canali sanitari istituzionali-cittadini
La comunicazione da remoto ha il vantaggio di limitare gli spostamenti, arginare situazioni di cattiva informazione e supportare una migliore gestione delle situazioni socio-sanitarie collaterali scatenate dall’emergenza.
Per essere efficace deve essere affidabile, tempestiva e personalizzata. È per soddisfare queste caratteristiche, che i professionisti e le istituzioni sanitarie devono:
- dotarsi di strumenti digitali certificati difficilmente manipolabili o utilizzabili per usi impropri. Un esempio è Whatsapp, che è ottimo per gestire l’emergenza, tuttavia non garantisce le corrette misure di protezione per essere utilizzato a regime come strumento standard di comunicazione medico-paziente. Se vuoi approfondire quest’argomento, ti consiglio di leggere anche “La comunicazione medico-paziente ai tempi di WhatsApp;
- attivare tempestivamente canali di comunicazione adeguati agli scopi come l’app di Padova33, nata con l’obiettivo di migliorare il rapporto con gli utenti del servizio sanitario e di facilitare la vita dei pazienti, attraverso alcuni servizi di primaria utilità. Anche in questo caso, trovi i dettagli del Case History in quest’articolo: “L’App per comunicare con i pazienti: il caso Padova33“;
- profilare gli utenti e le richieste in modo da personalizzare la comunicazione attraverso l’utilizzo di Chatbot, Intelligenza artificiale, Data Mining & Analytics.
3. Business Continuity per ospedali e aziende sanitarie
Per garantire l’attività operativa delle Aziende sanitarie in questo periodo di emergenza, è necessario attivare servizi di presenza e attività da remoto. Tutto ciò attraverso:
- l’attivazione di servizi sicuri di accesso ai Sistemi Informativi Sanitari;
- la creazione di un repository per lo scambio documentale;
- il reindirizzamento delle chiamate presso la postazione remota dell’operatore
- l’approvvigionamento, configurazione e spedizione di computer portatili;
- l’attivazione della firma digitale da remoto;
- la preparazione e distribuzione del manuale operativo per l’accesso ai servizi da remoto.
4. Dematerializzazione delle cartelle cliniche e delle ricette
Si parla ormai da diversi anni di dematerializzazione delle ricette e il Fascicolo Sanitario Elettronico. Ciononostante non sono mai stati messi in atto, per lo meno fino a ora. Infatti l’attuale emergenza e l’imposizione della quarantena ha definitivamente messo alle strette prescrittori e farmacisti che hanno dovuto rivedere il modello proprio per ridurre gli spostamenti e le occasioni di contagio. A oggi i pazienti possono recarsi a ritirare il farmaco comunicando il NRE e il numero di Tessera Sanitaria (TS) in modo che il farmacista visualizzi la prescrizione del medico.
5. Big Data e Intelligenza artificiale in sanità
Intelligenza artificiale (AI) e Big Data giocano un ruolo da protagonisti nella lotta all’emergenza, supportando i sistemi sanitari nelle fasi di prevenzione e diagnosi precoce della malattia. L’input arriva dalla Cina, la prima ad adottare queste tecnologie; tuttavia anche l’Italia si sta distinguendo per la sua intraprendenza innovativa.
Ecco qualche esempio:
- Alibaba ha sviluppato un nuovo sistema di diagnosi del Covid-19 basato sull’AI che permette di identificare in 20 secondi la specifica polmonite provocata dal virus, tramite scansioni tomografiche computerizzate (TC) con un tasso di accuratezza del 96%. Una tecnologia che verrà progressivamente adottata anche in Italia;
- il Trentino ha attivato un servizio di Chatbot per i suoi cittadini in grado di valutare i loro sintomi e dare eventuali consigli di comportamento;
- il governo cinese ha intensificato il suo sistema di sorveglianza grazie all’uso dei Big Data. Un’idea condivisa e portata avanti anche in Italia, già impegnata nella progettazione un’App che permette di tracciare in tempo reale i movimenti delle persone positive al Coronavirus, di avvertire chi è entrato in contatto con loro e di individuare sul nascere lo sviluppo di possibili nuovi focolai.
Quelle sopra citate sono solo alcune rivoluzioni digitali in sanità per far fronte all’emergenza del Coronavirus. Tuttavia vale la pena guardare anche cos’è stato fatto di grande, oserei dire futuristico, nel mondo. Perché sia fonte di ispirazione. Perché ci aiuti a capire dove siamo diretti e cosa ci aspetta fra qualche anno.
Ecco alcuni esempi:
- Google sta collaborando con il governo degli Stati Uniti per offrire una piattaforma online che supporti un programma di screening per alcuni territori della California. L’obiettivo è di individuare eventuali casi non ancora dichiarati tra gli anziani o la popolazione più a rischio, indirizzandoli, in caso di esito positivo, verso le postazioni per effettuare il tampone;
- In Cina sono stati distribuiti un gran numero di Robot in oltre 40 ospedali del paese per eseguire attività come la pulizia, la sterilizzazione o la consegna di cibo e medicine al fine di ridurre le interazioni tra il personale sanitario e le persone infette;
- Nella regione di Xinchang (una delle regioni più colpite in Cina e con fortissimo tasso di infettività) sono stati usati i droni per consegnare in modo più veloce e sicuro forniture mediche, come mascherine o disinfettanti. I droni vengono usati anche per pattugliare gli spazi pubblici, monitorare l’effettiva osservanza della quarantena e per l’imaging termico;
- La divisione DeepMind di Google, grazie ai suoi ultimi algoritmi AI e la sua potenza di calcolo, ha iniziato a studiare quali sono le proteine che potrebbero costituire il virus e ha pubblicato i risultati per aiutare gli altri a sviluppare idonei trattamenti;
- Benevolent-AI, una delle più importanti aziende mondiali che sfrutta i sistemi di AI per produrre farmaci in grado di combattere alcune tra le più gravi malattie, è ora in prima linea per trovare dei farmaci efficaci contro il Coronavirus grazie alla sua innovativa tecnologia. Proprio da una di queste elaborazioni è emersa l’efficacia del trattamento dei farmaci anti artrite reumatoide, con cui si stanno trattando in questo momento molti pazienti infetti da Covid-19 anche in Italia;
- In Cina la tecnologia di riconoscimento facciale e il software di rilevamento della temperatura di SenseTime ha permesso di identificare le persone che potrebbero avere la febbre, potendo così anticipare il Virus. La stessa tecnologia ha permesso di dotare di “caschi intelligenti” i poliziotti della provincia del Sichuan per identificare le persone con febbre o sintomi da Coronavirus e intervenire immediatamente. Il governo cinese ha inoltre sviluppato un sistema di monitoraggio chiamato Health Code che utilizza i Big Data per identificare e valutare il rischio di ciascun individuo in base alla cronologia dei viaggi, a quanto tempo ha trascorso nei focolai del Virus e alla potenziale esposizione con persone portatrici del Virus.
Quale sarà lo scenario futuro? Uno sguardo alla sanità digitale post covid-19
Se è vero che ogni crisi porta con sé delle opportunità, allora dobbiamo far tesoro di tutto ciò che abbiamo avviato, sperimentato, abbozzato in questo periodo di emergenza.
Dobbiamo capitalizzare quest’esperienza, affinarla, valorizzando i punti di forza e lavorando sugli anelli deboli per poter, infine, portare a termine un’efficace strategia per la futura sanità digitale.
Solo se saremo in grado di sfruttare la leva del digitale per sostenere la sanità pubblica potremo dire di aver sconfitto davvero l’emergenza. Attingiamo quindi alle risorse, capacità e forze che oggi, nell’emergenza, abbiamo messo in campo e lavoriamo per rendere concreta e accessibile una strada che ormai è delineata e dalla quale non si potrà più tornare indietro.
Ecco le azioni che possono contribuire a scrivere una strategia per la sanità digitale post Covid-19:
- stilare un programma che guidi la transizione digitale che identifichi obiettivi, target e strategie compliant con le linee guida definite dall’OMS. Un progetto che ridisegni l’organizzazione e la governance del sistema in chiave digitale, mettendo il cittadino al centro dei processi e facilitando l’accesso alle informazioni e ai servizi sanitari;
- adeguare la normativa nazionale con l’emanazione di leggi che regolamentino l’adozione della Telemedicina e l’applicazione di soluzioni di Intelligenza Artificiale;
- definire una chiara strategia nazionale che guidi le possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario, mettendo in evidenza opportunità, metodi, rischi, implicazioni e responsabilità e superando gli attuali limiti legati ad aspetti di sicurezza, privacy, maturità tecnologica e competenze;
- definire un piano nazionale per la diffusione delle esperienze innovative nei sistemi regionali che consenta alle tante Aziende Sanitarie di accedere alle best practice a supporto della costruzione di veri piani di riqualificazione dei servizi sanitari;
- avviare un sistema di monitoraggio standard del livello di attuazione della digitalizzazione con indicatori specifici dedicati a questa transizione
Einstein e il suo pensiero positivo, per un futuro ricco di novità
“La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso […]. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”. Albert Einstein
Eccolo. Il lato positivo. Quello che adesso fatichiamo a vedere perché, forse, siamo ancora troppo sommersi dai “problemi” che questo virus ci sta causando.
Eppure ci sono. Si intravedono i primi timidi segnali di creatività che tanto ci contraddistinguono: aziende che convertono la loro produzione per far fronte alla sempre maggiore necessità di mascherine, camici, disinfettante per mani, ingegneri che trasformano maschere da snorkeling in respiratori per la terapia intensiva, aziende che in pochi giorni attivano lo smart working per garantire lavoro ai loro dipendenti e servizi a chi è costretto a casa…
Questa pandemia passerà come sono passate la peste, la spagnola, il colera… ciò che è certo è che noi non saremo più gli stessi di prima. Avremo cambiato le nostre abitudini, comportamenti, convinzioni e percezioni. A loro volta le aziende (pubbliche e private, sanitarie o di qualsiasi altro settore) si saranno evolute per far fronte al cambiamento imposto dal Coronavirus, abbracciando, finalmente, il digitale e spingendo definitivamente sull’acceleratore dell’innovazione tecnologia.
Guardando l’orizzonte, penso al futuro che mi aspetta e non posso non essere confidente delle straordinarie innovazioni che prenderanno vita proprio grazie a questa crisi.
Cosa mi aspetterà?
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