Environmental, Social, Governance: quando parliamo di ESG, tocchiamo tutte le tematiche di sostenibilità che sono il principale soggetto di discussione nell’attuale panorama di rinnovamento delle imprese italiane. In questo momento si sta infatti delineando un quadro normativo sempre più chiaro e rigoroso, in cui gli obiettivi di sostenibilità diventeranno obblighi stringenti per tutti gli attori delle catene del valore.
Per le imprese, concentrarsi sulle tematiche ESG e attuarne i principi coincide spesso con la necessità di rivoluzionare i propri modelli di business. In questa rivoluzione, la trasformazione dei processi in chiave digitale è lo strumento attraverso il quale le aziende possono raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Per approfondire la tematica della Sostenibilità legata al percorso di Trasformazione Digitale, ci siamo confrontati con Fabrizio Zucca, presidente e fondatore di SSC – Strategia e Sviluppo Consultants.
Academic Fellow presso la Bocconi Business School e membro del Comitato Scientifico di Eurispes, Fabrizio Zucca ha al suo attivo molteplici esperienze in ambito finanziario e di risk management. Nel 2010 ha fondato la società Strategia e Sviluppo Consultants, con sede a Milano e uffici in Russia, Ucraina, Cina e Stati Uniti, specializzata in consulenze nel campo dell’internazionalizzazione, della trasformazione digitale e dello sviluppo sostenibile.
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Normative UE: gli obblighi all’orizzonte per le imprese italiane
«Rispetto al passato, le tematiche ambientali stanno diventando sempre più importanti, anche in virtù di un quadro normativo che è entrato prepotentemente in vigore a partire dal periodo post pandemico. […] L’Europa è stata una della prime istituzioni a sviluppare una propria strategia rispetto all’economia circolare, adoperandosi in direzione della sostenibilità sia ambientale che sociale.»
Il Green Deal europeo, sottoscritto da tutti e 27 gli Stati membri dell’Unione Europea, è stato il primo passo verso l’obiettivo comune di trasformare l’Europa nel primo continente al mondo a impatto climatico zero.
Ora l’Unione Europea sta spingendo l’acceleratore in materia di sostenibilità, avanzando proposte che permettano alle imprese di far fronte a questa sfida. La più recente è la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), entrata in vigore a inizio 2023, con la quale è fatto obbligo per le grandi imprese e le PMI di redigere la rendicontazione societaria di sostenibilità.
Scopo della Direttiva CSRD è garantire che tutte le aziende rendano pubbliche le informazioni relative all’impatto che le proprie attività hanno sull’ambiente e sulle persone, responsabilizzandole così per le proprie azioni in campo ESG. Specifica Zucca: «A partire dalle prime due direttive UE approvate – la Direttiva sugli intermediari finanziari e la Direttiva sulle imprese –, le imprese con più di 40 milioni di fatturato e 250 dipendenti, così come gli intermediari finanziari, avranno l’obbligo di spiegare in che modo i loro modelli di business riflettano questa idea di sostenibilità sociale e ambientale.»
L’obbligo di rendicontazione è una spinta concreta per le imprese ad agire in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica, rendendo al contempo chiare, trasparenti e confrontabili le informazioni di tutte le aziende europee coinvolte.

Leggi il Testo integrale della Direttiva.
CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive)
È la nuova Direttiva UE 2022/2464 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, approvata il 14 dicembre 2022 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 16 dicembre 2022.
Entrata in vigore il 5 gennaio 2023, dovrà essere applicata agli esercizi aventi inizio il 1° gennaio 2024 o successivi, fino al 2028.
Coinvolge tutte le imprese di grandi dimensioni e le PMI, a esclusione delle microimprese, che abbiano un fatturato superiore ai 40 mln € o 20 mln € di attivo e più di 250 dipendenti.
Leggi il Testo integrale della Direttiva.
Per adeguarsi alle richieste dell’UE, il primo passo per le imprese è individuare i processi da rivoluzionare all’interno della propria azienda.
La Trasformazione Digitale al servizio della Sostenibilità
All’interno di un contesto aziendale di rinnovamento del modello di business in chiave sostenibile, la Trasformazione Digitale interviene in maniera determinante.
«La Trasformazione Digitale è una componente importante della sostenibilità. Il fatto che tutta una serie di processi possano essere dematerializzati implica che questi processi avranno un minore impatto sulle risorse e sull’energia. Questo significa di base riuscire a raggiungere un effetto di decoupling, di creazione di valore senza un incremento di utilizzo delle risorse fisiche e materiali.»
Si parla dunque di cavalcare la Digital Transformation per perseguire l’obiettivo della Sostenibilità: una valutazione strategica, da prendere in considerazione anche dato l’attuale panorama di risorse economiche alle quali è possibile accedere per intraprendere un percorso di digitalizzazione nelle aziende.
A quali finanziamenti possono accedere le imprese italiane per supportare la propria Trasformazione Digitale? Trovi la lista completa nel Report di Sinesy Bandi e Incentivi per la Digitalizzazione 2023.
In questo momento storico, la digitalizzazione è un fattore chiave permesso anche dalla disponibilità di nuove tecnologie, sia in ambito software che in ambito hardware, che consentono una «capacità di elaborazione di molte più informazioni in unità di tempo sempre più piccole». C’è quindi, nel presente attuale, «la possibilità di avere dei risultati che fino a 10 anni fa erano assolutamente impossibili da raggiungere».
L’importanza delle piattaforme digitali
Come si è visto, la Trasformazione Digitale offre l’opportunità di dematerializzare tutta una serie di processi e attività, andando a creare valore senza consumare nuove risorse. Ma «l’aspetto digitale, assieme alla creazione di valore dematerializzato, è anche fondamentale al mantenimento, al controllo e alla gestione delle informazioni che sono necessarie a rendicontare», sottolinea Zucca.
C’è infatti da tenere in considerazione l’aspetto di governance, perché «la trasparenza e la confrontabilità richiedono che la rendicontazione si poggi su piattaforme digitali che siano in grado di riportare le informazioni in modo preciso, corretto e confrontabile di anno in anno». Guadagnare tempo, risparmiando risorse: per i ruoli decisionali è indispensabile avere accesso a dati puliti che siano facilmente disponibili per procedere in modo veloce alle fasi di rendicontazione.
Secondo Zucca, questo spingerà ancora di più le aziende a «dotarsi di piattaforme su cui far girare tutte le informazioni legate alla propria sostenibilità. Tenendo conto che rispetto a una piattaforma classica, o ERP, che comunque funziona in linea di principio su una sola unità di misura, che è il denaro, una piattaforma che riesca a catturare tutte le dimensioni della sostenibilità deve essere in grado di operare su più unità di misura.»
Infatti, a seconda dei parametri da misurare all’interno di un’azienda (come ad esempio le emissioni, il consumo energetico, gli aspetti sociali…), è necessario avere dei sistemi che non solo raccolgono i dati in questione, ma anche che li mettono in relazione per «creare una dimensione di impatto che sia interpretabile e gestibile in modo corretto».
Un traguardo complesso che richiede la partecipazione di figure professionali specializzate, in grado di supportare l’intera strategia ESG tanto sotto l’aspetto consulenziale, quanto in ambito IT.
Un cambiamento culturale in atto
In merito all’importanza di queste tematiche nelle aziende e, più in generale, nella società, possiamo dire che si sta verificando una reale presa di coscienza, un cambiamento a livello culturale?
Per certi aspetti, sicuramente sì. L’attenzione della popolazione sulle tematiche legate alla sostenibilità, sia ambientale che sociale, si sta facendo più vigile. Sempre più persone si stanno impegnando per migliorare il proprio impatto nelle scelte personali compiute quotidianamente, anche in qualità di consumatori (attenzione alla provenienza e ai materiali dei prodotti acquistati).
Di certo, però, «la sostenibilità è percepita in modo diverso dai diversi segmenti della popolazione». Considera Zucca: «C’è la tendenza a una maggior comprensione della sostenibilità da parte delle generazioni più giovani, che iniziano a esigere che determinati prodotti abbiano un loro profilo di sostenibilità, o che comunque ci sia la conoscibilità di questo profilo. Dall’altro lato, nelle generazioni più adulte, c’è la tendenza ad affrontare la sostenibilità in un’ottica quasi di tifoseria: c’è chi è sempre a favore e c’è chi è sempre contro».
Il punto di vista della popolazione, soprattutto occidentale, in merito alla tematica della sostenibilità, spesso è fortemente limitato solo ad alcuni aspetti della questione ambientale.
«Vediamo spesso il mondo in un’ottica di quello che si chiama “tunnel del carbonio”, quasi come se l’unico aspetto della sostenibilità fosse legato alla decarbonizzazione, alla riduzione della CO2. In realtà la sostenibilità è una problematica molto complessa, che è legata all’utilizzo delle risorse e quindi al profilo, allo stile di vita che soprattutto noi in Occidente abbiamo in qualche modo sfruttato, più che in altri Paesi, e in questo momento si arriva alla consapevolezza che probabilmente è necessario un cambio di direzione.»

Tech company specializzata in soluzioni per la digitalizzazione dei processi aziendali e attiva nel settore IT da più di 40 anni. I suoi tratti distintivi sono la ricerca in campo tecnologico, le competenze in Digital Marketing, la cura del personale, l’etica e l’attenzione all’ambiente.

SSC è una società italiana di consulenza fondata nel 2010, con sede a Milano. I suoi soci collaborano a livello globale mettendo a disposizione le proprie competenze per costruire relazioni sinergiche. «Crediamo che fare impresa sia un modo per cooperare alla creazione di un mondo migliore e più ricco.»